Se quasi la metà degli incidenti in strada avviene di notte, quando circolano molti meno veicoli rispetto al giorno, ci sarà pure un motivo. È vero che di sera è più probabile imbattersi in automobilisti la cui lucidità è alterata da sostanze o alcol, ma questa statistica è giustificata anche dalla – spesso – insufficiente visibilità.
La percezione della strada cambia, quindi, a seconda della luce disponibile, obbligando chi vuole prendere una patente a sapersi comportare in entrambe le situazioni. Ecco perché, oltre alle guide obbligatorie, esiste anche una parte della visita medica obbligatoria in cui il dottore misura la cosiddetta ‘visione crepuscolare’ del candidato. Ovvero la capacità di avere una visione pari almeno a 1/10 (nel caso si desiderasse acquisire la patente B), in condizioni di scarsa luminosità.
Altri pericolosi ‘nemici’ potrebbero poi rivelarsi i riflessi causati dai fari delle altre auto e la velocità, che aumentando riduce il campo visivo di chi guida. Prepararsi a questo tipo di situazioni in compagnia di un istruttore esperto e qualificato può fare quindi la differenza, riducendo di fatto le possibilità di trovarsi impreparati quando si affronta una strada di notte.