Le persone che soffrono di epilessia possono conseguire una patente A o B? La risposta è si, ma solo a determinate condizioni
L’epilessia è una malattia neurologica che colpisce circa 500.000 persone in Italia, con 25.000 nuovi casi ogni anno. La legge italiana consente loro di poter ottenere una patente A o B, a patto però che vengano rispettate delle condizioni. Vediamo quali.
L’epilessia può colpire uomini e donne di ogni età, per cause genetiche o indotte da traumi, malformazioni o malattie. In Italia i casi sono circa 500.000, con un incremento annuale di 25.000 persone colpite da questa patologia, che come sintomo più evidente manifestano le cosiddette crisi epilettiche, dei fenomeni improvvisi risultato di una scarica parossistica di una porzione più o meno estesa di neuroni della corteccia cerebrale.
In alcuni casi questo disagio può compromettere temporaneamente e soprattutto improvvisamente le capacità necessarie a condurre un veicolo, ma la legge italiana non impedisce alle persone affette da epilessia di poter conseguire una patente A o B a patto che vengano rispettate le seguenti condizioni:
• Presentazione alla Commissione Media competente di un modulo compilato e sottoscritto da un neurologo di una struttura pubblica;
• Assenza di crisi epilettiche da almeno un anno per poter ottenere l’autorizzazione di conseguire o rinnovare la patente di guida A e B;
• Esistono inoltre crisi epilettiche che si manifestano solo nel sonno ed altre che non compromettono lo stato di coscienza e di capacità di azione. In questi casi è vietato guidare per 3 mesi dal termine dei trattamenti necessari e decisi da un neurologo;
• Trascorsi dieci anni dall’ultima crisi epilettica la legge considera guarita una persona, svincolandola da obblighi o restrizioni;
• Trascorsi cinque anni dall’ultima crisi epilettica, ma con farmaci antiepilettici assunti, è possibile ottenere un periodo di idoneità alla guida di due anni, maggiore quindi di quello autorizzato in altri casi. Questa possibilità deve comunque essere approvata dalla commissione medica competente.
Per informazioni più approfondite e specifiche ti consigliamo di rivolgerti al tuo medico di fiducia oppure alla commissione medica locale.
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